Perchè usare la legna

11.09.2018

1. Bruciare legna è ecologicamente sostenibile

Se una delle cause dell' "effetto serra" è la continua deforestazione del nostro pianeta, è ragionevole pensare che usare legna come combustibile sia insostenibile.

In realtà, il riscaldamento a legna non può essere considerato responsabile della deforestazione, che dipende per lo più dall'agricoltura, dalla pastorizia e dalle industrie dell'arredamento. La legna utilizzata per il riscaldamento è quella che proviene dal governo dei boschi, che giova al mantenimento del verde ed al naturale rinnovamento delle piante.

L'eccesso di anidride carbonica ( CO2 ), responsabile dell'effetto serra,deriva dal consumo dei combustibili

fossili, carbone e petrolio, dove il carbonio è

rimasto immagazzinato per milioni di anni, prima di essere liberato in quantità enormi

dalla vorace richiesta di energia delle società industrializzate. E' un processo a senso

unico, irreversibile in tempi brevi.

Al contrario, durante la combustione, la legna produce la stessa

quantità di CO2 che produrrebbe naturalmente se fosse lasciata a

marcire nei boschi,per effetto della decomposizione, che può essere

paragonata ad una lenta combustione naturale.

Per di più, la quantità rilasciata è riassorbita dallo sviluppo di nuove piante che,

attraverso la fotosintesi, la utilizzano per costruire i propri tessuti,

producendo nuova legna.

Quello di cui bisogna accertarsi è che la legna che si acquista provenga

da un corretto governo dei boschi, e non da una pratica di taglio indiscriminata.

La legna è l'unica fonte di energia realmente rinnovabile di cui disponiamo

attualmente.

2. Bruciare legna fa bene ai boschi ed all'economia italiana

Contrariamente a quel che molti possono pensare, il patrimonio forestale

italiano gode ottima salute, ed è in continua espansione da circa 150 anni.

Attualmente, boschi e foreste coprono circa un terzo dell'intera superficie

del Paese,per un totale di circa 9 milioni di ettari, e questa superficie va

ampliandosi di anno in anno,e migliorando in qualità e resa per ettaro (provvigione).

Secondo l'Ufficio Statistica del Corpo Forestale dello Stato, la massa

boschiva italiana aumenta di circa 30 milioni di m3

all'anno, di cui solo un terzo sfruttato economicamente

(sopratutto per legna da ardere, che costituisce da sola circa il 60% del consumo).

Attualmente, quindi, il 'capitale' di legna depositato nei boschi italiani si

accresce inesorabilmente di circa 20 milioni di metri cubi ogni anno.

Questo andamento dipende sia dalle politiche forestali

dello Stato e delle Regioni, sopratutto dal dopoguerra ed oggi, sia

dall'abbandono di terreni agricoli in zone collinari e montane, che sono state

rimboscate artificialmente o sono state ricolonizzate spontaneamente dal bosco.

Le piante da bosco possono essere coltivate (come qualunque altra pianta)

per produrre legna da ardere o legname da lavoro. Anche quando i boschi

vengono coltivati per produrre tronchi da lavoro, la corretta esecuzione delle

pratiche selvicolturali produce grandi quantità di legna da ardere.

Se attuata seguendo le pratiche razionali della moderna selvicoltura naturalistica,

la raccolta del legno dei boschi non è un'attività distruttiva.

La valorizzazione energetica del legno,anzi, è uno strumento che permette

di aumentare il valore complessivo dei boschi, rendendo interessante

per i proprietari coltivarli e gestirli correttamente, cosa che spesso non avviene

, magari per la difficoltà di raggiungere zone impervie ed isolate, o per la

eccessiva parcellizzazione dei fondi, che tende a rendere antieconomico lo sfruttamento.

La coltivazione dei boschi, e la loro resa economica, sono uno strumento

fondamentale per la loro conservazione e protezione dai rischi di incendio,

accidentali o dolosi.

Oltre che dai boschi, il legno può essere ricavato anche dai campi:

siepi campestri, alberi isolati, alberi e arbusti che crescono lungo i corsi d'acqua,

producono da sempre ingenti quantitativi di legno, destinato

sopratutto ad usi energetici.

La politica agricola dell'Unione Europea da alcuni anni incentiva i proprietari

di terreni agricoli a realizzare nuovi impianti di alberi da legno,

con interessanti incentivi economici.

Legna da bruciare deriva dai residui di molte colture agricole

(alberi da frutto, pioppeti), dalla potatura delle alberature stradali e del verde

ornamentale, da rifiuti (vecchi imballaggi e 'pallets'). Grandi quantitativi

di legno utilizzabile a fini energetici sono disponibili presso le segherie sotto

forma di corteccie, ritagli, schegge, trucioli, segatura

(in media, il 30% del legno che entra in falegnameria).

Tutti residui economicamente sfruttabili.

Una stima realistica fa ammontare a circa 30 milioni di m3 all'anno

la quantità di legna utilizzabile in italia a scopi energetici, che, calcolando una

media di 350 kg per metro cubo ed una resa energetica di circa

4 kw per chilogrammo di legna stagionata, significano un potenziale 42 miliardi di kw!!

E tutto questo senza intaccare minimamente il patrimonio forestale italiano.

Tra tutte le fonti di energia rinnovabile, in Italia il legno è quella con il più

grande potenziale di utilizzo a breve periodo.

3. Bruciare legna non inquina (...più)

Per millenni si è bruciata legna, e poi carbone, senza particolare preoccupazione

per l'inquinamento e per le "ricadute ambientali", come si dice oggi. Era un mondo poco popolato,

le riserve sembravano inesauribili,

come inesauribile la capacità della Natura di riparare i danni prodotti dall'uomo.

E poi non c'era troppa gente in giro a protestare...

Oggi la situazione è cambiata, le fonti di inquinamento si sono moltiplicate ed il mondo è

diventato terribilmente affollato.

Qualunque rifiuto disperdiamo senza precauzioni finirà per essere mangiato,

bevuto o respirato, in qualche forma, da qualcun altro, o forse da noi stessi.

Le leggi a tutela dell'ambiente non sono leggi "nemiche" ed inutilmente vessatorie, ma al contrario

strumenti indispensabili per migliorare la qualità della nostra vita, e quella dei nostri figli. Dal nostro punto

di vista, anzi, sono leggi "amiche" che contribuiscono a migliorare la qualità dei prodotti presentati sul mercato.

La sempre maggiore pressione della legislazione ambientale, infatti, ha indotto negli ultimi anni i

costruttori ad aggiornare tecnologicamente la produzione in maniera sorprendente, offrendo sul mercato

stufe in grado di trasformare la legna in un combustibile "pulito", riducendo del 90% gli incombusti rilasciati

in atmosfera, con un rendimento che sfiora in alcuni casi l'80%. Il tutto senza spillare fumo negli ambienti riscaldati.

Un impianto ben costruito, servito da una buona canna fumaria e alimentato con buona legna, residua

un fumo caldo e invisibile che si disperde nell'atmosfera senza gravi ricadute inquinanti.

Certo una stufa di qualità costa più un prodotto tradizionale, ma il lato bello della cosa è che una stufa

poco inquinante consuma molta meno legna, a parità di calore fornito, diventando una fonte di

riscaldamento realmente concorrenziale dal punto di vista economico, e costituendo un investimento

in grado di ripagarsi in pochi anni.

Migliorare la qualità dell'impianto a legna significa consumare meno legna, guadagnare in salute

ed in denaro, non litigare con i vicini, ed evitare qualunque senso di colpa...

4. Bruciare legna è economico

Certo, per chi vive nel pieno centro storico di una città, all'attico di un palazzo di 5 piani senza ascensore,

e pretende che la legna gli sia consegnata a domicilio, tagliata a pezzetti che può mettersi in tasca, be'

allora si, la legna costa.

Ma in quasi qualunque altra collocazione, e accettando un minimo di lavoro per procurarvi e conservare

la legna, scoprirete che il riscaldamento a legna è il più economico disponibile oggi.

Lasciando da parte i fortunati possessori di terreni boscosi, anche se dovrete pagare per averla, otterrete

un decisivo vantaggio economico dall'investimento in un buon impianto a legna.

Da una stufa di qualità con un rendimento del 70%, bruciando un chilo di legna stagionata

(umidità massima del 20%) al costo di 15.000/20.000 lire al quintale, si ottengono circa 2500 calorie

utili, un costo per caloria variabile dalle 0.06 alle 0.08 lire.

Da un metro cubo di metano, al costo di 1200 lire circa, con un rendimento del 90%,

si ottengono circa 8000 calorie utili, con un costo per caloria di 0.15 lire, per non parlare del costo in aree

disagevoli da rifornire, dove si arriva ad oltre 4000 lire/mc.

Per una casa che richiede 10.000 Kcal/h per essere riscaldata, un'ora di riscaldamento a metano

costerà 1500 lire (10.000 x 0.015), un'ora di riscaldamento a legna costerà dalle 600 alle 800 lire!

Usare legna consente risparmi dal 50 al 70% sul costo del riscaldamento.

Il denaro risparmiato bruciando legna è l'unico denaro che cresce sugli alberi...

5. Bruciare legna rende indipendenti

Una crisi politica può provocare un aumento del prezzo del petrolio, uno sciopero dei trasportatori bloccare

le consegne di gasolio o gpl, un'interruzione di corrente fermare radiatori elettrici e caldaie a gas, una nuova

finanziaria aumentare le tasse sui combustibili... la vostra stufa a legna continuerà allegramente a bruciare ed

a mantenervi caldi.

Per le persone che amano essere, almeno in parte, padrone della propria vita, il riscaldamento a legna

è una delle poche occasioni rimaste per esercitare questo controllo.

Potrete procurarvi da soli la vostra legna, oppure trattare da pari a pari con chi ve la fornirà, piuttosto che

avere a che fare con una anonima e distante multinazionale per cui siete solo un numero. E se il vostro fornitore

non vi soddisfa, potrete cambiarlo, o presentargli le vostre rimostranze, con qualche concreta possibilità che

questo lo induca a comportarsi meglio in futuro.

Grazie alla semplicità ed affidabilità delle stufe e degli inserti per camini di qualità, la cui manutenzione in generale si può

eseguire con un minimo di addestramento e un grano di prudenza, potrete dire addio ai pezzi di ricambio costosi

ed introvabili, ai servizi di assistenza distanti ed indifferenti, alle salate parcelle presentate al termine di visite-lampo

da spietati termotecnici.

Le nuove tecnologie sfruttate per ottimizzare le stufe e i camini a legna, vengono utilizzate per ottimizzare la combustione e quindi anche il rendimento. Non solo poichè si è riusciti ad ottenere prodotti molto ecologici con un design unico.